Fino al 16 giugno è esposta, presso i Musei San Domenico di Forlì, la mostra "NOVECENTO - Arte e Vita in Italia tra le Due Guerre".
"Il Novecento ci ha messo molto a spuntare. L'Ottocento non poté finire che nel 1914. Il Novecento non comincia che un poco dopo la guerra"
Massimo Bontempelli, creatore della rivista "900"
La mostra si apre con uno dei massimi capolavori della pittura italiana, ovvero "La città ideale" (fine del XV secolo).
Seppur di prim'occhio può sembrare strana la presenza di questo quadro, una riflessione accurata sul concetto di modernità, di nuova arte, di nuova ideologia che portasse la concezione di un'era, di uno spazio e di una vita nuova, retta e ordinata secondo determinati canoni e criteri, ci apre la mente a ciò che può considerarsi ispirazione, faro, esempio, dopo il disordine causatao dalla prima guerra mondiale e alla fine delle avanguardie.
Inolte, è davvero una gioia per gli occhi ammirare da vicino questo quadro, con la sua perfetta prospettiva, la colorazione che ci rende una splendida illusione di tridimensionalità e il perfetto equilibrio degli spazi e delle cromie.
Subito dopo, quasi a voler fare una comparazione, troviamo il ritratto di "Silvana Cenni" (Felice Casorati -1922) in cui sono riassunti i concetti cardini che caratterizzeranno il primo dopoguerra.
"Una solida geometria di oggetti, una nuova classicità di forme"
Carlo Carrà
La mostra esplora vari ambiti: architettura, pittura, scultura, design, moda, grafica, pubblicità; rievoca il clima che aprì le porte all'ideologia fascista, e alla sua influenza che portò alla ricerca di nuove espressioni artistiche, un'armonia tra tradizione e modernità.
Ma l'arte diviene anche propaganda, in un braccio di ferro tra comunicazione, sperimentazione e voglia di rinnovamento.
"Il compito dell'artista,, diviene quello di "inventare miti, favole, storie, che poi si allontanino da lui fino a perdere ogni legame con la sua persona, e in tal modo diventino patrimonio comune degli uomini e quasi cose della natura"
Bontempelli
In contrapposizione a ciò, troviamo un'area dedicata all'attulità dell'epoca.
Un affresco della quotidianità, in cui l'Italia era ancora un paese prevalentemente contadino.
Un percorso a tutto tondo, che di sicuro non delude.
Se avete la possibilità non potete assolutamente prerdervela, l'esposizione è molto ricca e ha bisogno del suo tempo per esseve visitata (due ore è il minimo), ma ne vale davvero la pena.
3 commenti:
Bel post!
Grazie per il commento, CIAO!!!
Grazie, fa piacere sia piaciuto.
Anche se non rende a pieno la bellezza dell'esposizione ^_^.
Rende rende :)
Grazie ancora... CIAO!!!
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